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Mi fido di te

Grazie alla Terapia Ricreativa e un approccio coinvolgente ma mai invadente, i campeggiatori acquistano consapevolezza di sé, scoprendo nuove possibilità di apprendimento, con benefici a lungo termine sulla loro esistenza. I genitori li affidano alle mani di uno staff competente in totale sicurezza. E ritrovano così fiducia nella vita.

«Quando pensieri belli e nuovi cominciarono a scacciare via gli antichi pensieri negativi, la vita soffiò in lui, il sangue riprese a scorrergli sano nelle vene, le energie gli tornarono». Sono parole scritte più di un secolo fa dalla scrittrice britannica Frances Hodgson Burnett. Rileggendo il suo celebre romanzo, Il giardino segreto, un luogo incantato che riesce a donare consapevolezza e fiducia in se stessi ai due piccoli protagonisti, non può che venire in mente il Campus. Grazie alla Terapia Ricreativa, l’esperienza a Dynamo è la scoperta di nuove potenzialità e possibilità di apprendimento, non per due ma per migliaia di piccoli protagonisti ogni anno: i benefici hanno effetti a lungo termine, se non addirittura permanenti, e si riscontrano cambiamenti positivi nella capacità dei bambini di affrontare la loro malattia. In particolare, lavorando sulla fiducia, la partecipazione al Campus riesce a favorire l’inserimento nel tessuto sociale, dando un contributo fondamentale all’incremento della qualità di vita percepita.

«Mi avevano parlato molto bene di Dynamo, ma ero piuttosto scettica», confessa Ilaria Reggiani, mamma di Angelica, 10 anni, con cui ha participato a febbraio 2020 a una sessione famiglia. «Mia figlia è piuttosto chiusa e diffidente: me la immaginavo, in disparte, a guardare gli altri impegnati nelle varie attività. Appena siamo arrivate, invece, mi sono dovuta ricredere. Non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa da parte dello staff. Angelica ha avvertito subito questo interesse nei suoi confronti, apprezzando che ci fossero delle persone desiderose di farla divertire nella misura in cui voleva lei, senza forzarla in alcun modo». Il risultato? Contro ogni più plumbea aspettativa, «dopo tre quarti d’ora per Angelica non esistevo già più», rivela la mamma divertita. «Sono riusciti a conquistare la sua fiducia in poco tempo grazie ai modi coinvolgenti ma non invadenti, rispettando ogni bambino. Vederla poi così entusiasta, caricata a molla dopo ogni attività, sempre pronta per la successiva, è stato impagabile. Del resto, a Dynamo non ci sono confronti, non ci si sente giudicati, non c’è ansia da prestazione, si rispettano i tempi di ognuno, come dovrebbe succedere anche a scuola».

Tutte le attività avvengono sotto la supervisione dello staff e con la presenza, 24 ore su 24, di medici e infermieri specializzati. La filosofia di Dynamo Camp vuole che siano sempre presenti e pronti a intervenire, ma «nascosti» e discreti, al fine di permettere ai ragazzi di vivere una speciale esperienza del Campus in totale sicurezza e serenità, ovvero, senza l’impressione di essere in una struttura medica. «Nostra figlia si è arrampicata fino a sette metri di altezza», spiegano Claudio e Pina Russo, genitori di Alessandro (10 anni) e Beatrice (8). «Altrove avremmo perso dieci anni di vita, ma qui l’abbiamo affidata allo staff a occhi chiusi perché ci trasmette sicurezza. Abbiamo imparato a vivere ogni momento al massimo delle possibilità. Non avevamo mai visto così tanti sorrisi contemporaneamente». «Grazie a Dynamo abbiamo anche riacquistato fiducia nelle persone in generale», aggiunge Ilaria Maria Sala, mamma di Andrea (10 anni), Federico (7) e Chiara (5). «Durante la sessione famiglie a cui abbiamo partecipato, nella notte di Capodanno 2020, mi è rimasta impressa l’immagine di un giovane volontario che cullava una bimba in un pianto dirotto. Ho pensato: questo ragazzo potrebbe essere ovunque a festeggiare il nuovo anno, invece, è qui a nostra disposizione. È stato un abbraccio di umanità che non ci aspettavamo». Perché spesso queste famiglie sono abituate all’indifferenza delle persone. «Gli altri genitori ti guardano male e ti tengono a distanza, come se fossi contagioso. Anche gli amici e i parenti sembrano non aver mai tempo da dedicarti», confessa con amarezza Fiorella Buggio, mamma di Marco (16 anni) e Matteo (14). «Al Camp invece i sorrisi non mancano mai e l’indifferenza non esiste. Nei giorni trascorsi a Dynamo con i miei figli ho imparato a essere fiera di me stessa, non mi sentivo forte, ma ho capito che lo sono. Ho trovato parole di conforto che mi hanno dato fiducia. Matteo ha sempre vissuto all’ombra del fratello disabile, perché lui riesce a farcela da solo, mentre Marco no. Al Camp finalmente si è sentito parte della famiglia». I genitori maturano così anche fiducia nel cambiamento. «Ho capito che non bisogna demonizzare la disabilità, ma abbracciarla», conclude Ilaria Reggiani. «Di solito pensi alla malattia come a un ostacolo, a un impedimento. Sì, ci sono dei limiti oggettivi, ma non tutto è impossibile. Grazie a Dynamo anche Angelica è tornata alla vita di tutti i giorni più sicura di sé. Ha cominciato a dirmi: “Mamma, scendo a prendere un gelato da sola”. Non era mai successo. Un’esperienza come questa aiuta a fortificarti, abbattendo le insicurezze, nostre e loro».

Lo rivela anche una ricerca elaborata dall’università di Yale, mirata a valutare gli effetti della Terapia Ricreativa messa in pratica nei Camp di SeriousFun Children’s Network, di cui fa parte anche Dynamo. La ricerca mostra un incremento significativo negli atteggiamenti positivi dei campeggiatori. Nei propri figli i genitori hanno notato, in particolare, un incremento nella sicurezza in se stessi (78%), in autostima (73%), maturità (81%) e indipendenza (76%), un maggiore interesse a partecipare ad attività sociali (72%) e un’apertura a sperimentare nuove attività ed esperienze (79%). Dati che sono stati confermati anche a sei mesi dalla sessione. Così, tanti campeggiatori, come Angelica, chiedono: «Mamma, posso tornare a Dynamo da sola?».

Fonte: DYBC MAGAZINE

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